L' album concettuale de \"L'inguine di Daphne\" è pura sperimentazione artistica sganciata dalla forca del linguaggio \"commerciale\"
Il susseguirsi delle tracce, tutte unite fra loro, si denuda di ogni attitudine ortodossa della forma canzone, per lasciare spazio alla sospensione di certe sonorità che si traducono in pensieri riguardo l'alienazione in cui veniamo riversati dalla corsa verso il progresso. I testi dalla elegante poetica, si innestano inaspettati all'interno di arrangiamenti che privilegiano un ascolto viaggiante e assuefatto dei brani. Questo album di 10 tracce inedite dal titolo \"DecaDanza\",non ha mire espansive dato che delinea solo il sentiero nero che porta alla vetta privilegiata,da cui si può contribuire all'universalità del linguaggio artistico-musicale nel nostro tempo.
.Nella copertina è raffigurata una donna dalle statuarie beltà, con la testa di uccello che si riallaccia all'estrema e instancabile ricerca della libertà di pensiero da parte del protagonista nel racconto.
Tutta la narrazione ha come epilogo la disfatta dell'individuo che viene in fine avviluppato a pieno dai medici gerarchi i quali, in precedenza, sono stati dei dissidenti convertiti al messia...in somma ,un circolo vizioso e inarrestabile che allarga la teoria dell'inesorabile autodistruzione che coinvolge il \"mondo industrializzato\" e quindi tutti noi.